Il sistema Piracy Shield, introdotto da AGCOM per contrastare la pirateria online, è al centro di un acceso dibattito. La Computer & Communications Industry Association (CCIA), rappresentante di colossi tecnologici come Amazon, Apple, Google, Meta e Cloudflare, ha espresso forti critiche riguardo al funzionamento e alla gestione della piattaforma.
Cos’è Piracy Shield?
Piracy Shield è una piattaforma online italiana, gestita da AGCOM, progettata per contrastare la pirateria informatica, in particolare la trasmissione illegale di eventi sportivi. Il sistema consente a operatori accreditati, definiti “segnalatori attendibili”, di segnalare indirizzi IP e domini web utilizzati per trasmettere contenuti video di eventi in diretta senza autorizzazione, che poi devono essere bloccati dagli Internet Service Provider entro 30 minuti dalla segnalazione.
Le Critiche della CCIA
In una lettera inviata ad AGCOM, la CCIA ha sollevato diverse preoccupazioni:
- Mancanza di Trasparenza: La piattaforma è stata sviluppata da SP Tech, una società controllata dalla Lega Serie A, beneficiaria diretta del sistema. La gestione è avvenuta senza un processo trasparente, con specifiche tecniche non pubblicate e una partecipazione limitata al tavolo tecnico.
- Overblocking: Sono stati segnalati casi in cui servizi legittimi, come Google Drive, sono stati penalizzati a causa della condivisione di indirizzi IP con piattaforme coinvolte nella diffusione illecita di contenuti.
- Tempistiche Irrealistiche: Il termine di 30 minuti per eseguire un ordine di blocco è considerato tecnicamente insostenibile e lesivo delle garanzie procedurali. Inoltre, il termine di cinque giorni per presentare ricorso è ritenuto insufficiente.
- Poteri Extraterritoriali: La CCIA contesta l’attribuzione ad AGCOM del potere di ordinare la rimozione di contenuti da server situati in altri Stati membri UE, basandosi su un generico riferimento al Digital Services Act (DSA), senza una chiara base giuridica.
Implicazioni per la Sicurezza Informatica
Le critiche sollevate evidenziano potenziali rischi per la sicurezza informatica e la libertà di espressione:
- Rischio di Censura: La possibilità di bloccare contenuti senza una verifica preventiva può portare a una censura ingiustificata di contenuti legittimi.
- Impatto su Servizi Legittimi: L’overblocking può compromettere l’accesso a servizi essenziali, causando disservizi per utenti e aziende.
- Incertezza Giuridica: L’attribuzione di poteri extraterritoriali ad AGCOM senza una chiara base legale può creare confusione e incertezza nel settore digitale.